A cento anni dalla morte, che ricorre in questi giorni, di Alois Alzheimer, il medico tedesco che scoprì il morbo che prese il suo nome (1906), non abbiamo alcuna cura certaper debellare questa terribile malattiae i casi di Alzheimer sono in aumento in tutto il mondo con una preoccupante novità: l'abbassamento dell'età di insorgenza della malattia che si attesta ora sui 50 anni. Si parla infatti di Alzheimer precoce.

I numeri dei malati

In tutto il pianeta 47 milioni di persone sono affette da una forma di demenza ed è previsto che ogni 20 anni questo numero si raddoppi.

Si considera che nel mondo ogni 3 secondi si registri un nuovo caso di demenza. In Italia i malati di Alzheimer sono 3 milioni (un nuovo malato ogni 10 minuti) e il controllo della malattia si avvale della somministrazione di farmaci neurologici forniti dal Servizio Sanitario Nazionale, che sono di scarsa utilità. L'assistenza domiciliare giornaliera dei malati è a carico alle famiglie che non si possono avvalere di alcun aiuto istituzionalizzato.

I costi della malattia

Secondo il Rapporto Mondiale Alzheimer 2015 i costi della malattia sono cresciuti da 604 miliardi di dollari nel 2010 a 820 miliardi nel 2015, registrando quindi un aumento del 35% in 5 anni, si prospetta il raggiungimento di 1000 miliardi in soli tre anni.

I costi per controllare la malattia crescono in modo esponenzialee, come detto, si basano soprattutto sulla somministrazione di farmaci che servono a controllare i sintomi del male nellasua fase iniziale, ma non sono una vera e propria cura. In realtà i bisogni reali della maggior parte dei malati e gli strumenti in grado di aiutare le famigliesono altri e vanno dall'informazione alla formazione di personale specializzato per l'assistenza, alle terapie psicologiche.

Ignorando o sottovalutando queste necessità, le istituzioni non fanno che favorire le Aziende farmaceutiche che sfornano medicine di poca utilità per questi malati.

Cosa ci riserverà il futuro

Malati e famiglie guardano alla ricerca come unico mezzo per fermare la malattia o addirittura prevenirla. Seguendo le notizie che giorno dopo giorno si susseguono sui media mondiali, possiamo avere una cauta speranza, sono state individuate delle molecole "spazzino" che avrebbero la funzione di far regredire la malattia, si parla anche di vaccini in fase sperimentale e di stili di vita consoni ad eliminare i rischi della demenza.

Sono passati quasi 100 anni dal primo caso di Alzheimer conclamatoma i risultati della ricerca stentano ad arrivare;siamo tutti consapevoli che i numeri di malati che registriamo oggi in tutto il mondo non consentono che l'attesa si prolunghi all'infinito.