Nel 2000, appena nata, una casa editrice ferrarese bucò i media con una nuova e originale biografia su Italo Balbo, il celebre trasvolatore ferrarese, noto in America e ovunque, ma anche condottiero fascista e quindi ancora rimosso dalla storiografia almeno locale o ideologica. Este Edition, a cura del giornalista e scrittore Riccardo Roversi, ha ora ristampato il volume quasi uguale, a prova, circa un ventennio dopo, del suo valore anche anticipatorio. Come dimostrano, ultimamente, gli eredi di certa nuova storiografia dopo De Felice, riconosciuti unanimemente o quasi.

Balbo fascista e trasvolatore

In Usa a Chicago esiste da decenni persino una Balbo Avenue, a Ferrara no, tutt'oggi la figura di Balbo è vista politicamente con grave sospetto.Maietti, certamente non fu un revisionista acritico. Maietti, sociologo e storico outsider e creativo (scomparso nel 2005) ha inaugurato con altri, in quegli anni, a livello divulgativo e non specialistico, analisi sul fascismo, almeno per la figura di Italo Balbo, più critiche rispetto agli storici comunisti prevalenti in Italia. Maietti come, in certo senso,il celebre giornalista culturale e politico Pansa, è ancora contestato da certi storici. Italo Balbo, piaccia o meno, fu uomo "moderno" come trasvolatore e pioniere della modernità stessa italiana.

Un uomo capace di intuire, in flagrante contrasto con lo stesso nazionalismo mussoliniano, il ruolo dell'America nel futuro. Balbo fu capacedi ribellarsi alle leggi razziali germaniche, di scrivere o curare all'epoca autentici bestsellers e grandi eventi (le celebrazioni ariostesche del 1929 con il gotha della cultura italiana dell'epoca, anche Marinetti e Malaparte) o il suo famoso Diario del 1922.

Italo Balbo fu anche capo del fascismo, picchiatore violento, insomma un uomo del suo tempo, ma speciale, non certo quel barbaro gerarca ancora preteso dai residui amici di Stalin.

Dopo Italo Balbo

Nel libro si fa anche onore al Balbo appunto fascista colto. Fondò "Il Corriere Padano", giornale diretto da un certo Nello Quilici, padre del celebre “naturalistico” Folco Quilici.

Giornalismo di regime ma anche particolarmente aperto e di gran livello culturale con collaboratori o ospiti e scrittori insospettabili, molto noti in seguito, post Resistenza: Giorgio Bassani, Michelangelo Antonioni, gli stessi, in generale, Bertolucci, Bontempelli, Buonaiuti, De Pisis, Govoni, Montale, Moretti, Quasimodo, Ravegnani, Savinio, Soldati, Ungaretti, Visconti, Vittorini. Brevemente, dopo la nuova storiografia e anche Learco Maietti, Italo Balbo esitò senza indugi in certo fascismo culturale, tra letteratura, arte e architettura, sdoganato dallo stesso Emilio Gentile e molti studiosi internazionali che hanno rivalutato ad esempio la città razionalista rossoniana di Tresigallo (nel ferrarese con la famosa piazza a D).

Balbo fu più prossimo a figure come il futurista Marinetti o Bottai o Malaparte, almeno per lo “spirito” che a squadristi come ad esempio Farinacci o specularmente certi Capipopolo degli avversari “rossi. Nel libro è inclusa una postilla interessante proprio sui rapporti tra futurismo e fascismo. Infine, nel male e nel bene, il trasvolatore eroe Italo Balbo fu un buon Governatore in Libia, colonia italiana, modernizzandola. La sua nota morte a Tobruk durante un volo lascia ancora qualche mistero. Riassumendo, trattasi di una ottima e nuova biografia su Balbo, con una disanima aggiornata, oltre a aneddoti anche poco noti.